Le Grotte di Pertosa e l’uomo

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    L’edicola dedicata all’Arcangelo Michele, come si presenta oggi sulla banchina presso l’ingresso della grotta. Sotto questo tabernacolo si conserva l’intera stratigrafia archeologica delle Grotte di Pertosa, sigillata dalla stessa costruzione
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    La gran parte delle strutture palafitticole superstiti è oggi completamente sommersa dalle acque del torrente. Per valutare la loro posizione gli archeologi utilizzano bandierine segnalatrici
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    Resti dei sostegni verticali della palafitta inferiore come si presentano oggi sul fondale del torrente. Queste strutture, tratte da tronchi e grossi rami di quercia, possiedono in media un’antichità di 3500 anni da oggi
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    Resti dei sostegni verticali della palafitta inferiore come si presentano oggi sul fondale del torrente. Queste strutture, tratte da tronchi e grossi rami di quercia, possiedono in media un’antichità di 3500 anni da oggi
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    Resti dei sostegni verticali della palafitta inferiore come si presentano oggi sul fondale del torrente. Queste strutture, tratte da tronchi e grossi rami di quercia, possiedono in media un’antichità di 3500 anni da oggi
  • 72_pertosa_05
    Veduta dell’antegrotta in duplice veste: con l’invaso idrico artificiale in condizioni di “tutto pieno” e con lo stesso completamente svuotato
  • 72_pertosa_04
    Veduta della cosiddetta “palafitta superiore”, scoperta grazie ai primi scavi condotti nell’antegrotta (da Patroni 1899).
  • 72_pertosa_03
    Firme su parete rocciosa degli esploratori della Società Alpina delle Giulie di Trieste. Oltre all’indicazione dell’anno, il 1926, si legge “De Vecchi, Malusà, Cesca”
  • 72_pertosa_01
    Incisione a stampa settecentesca che ritrae il territorio circostante l’imbocco delle Grotte di Pertosa, riconoscibile per una fuoriuscita impetuosa di acque da una balza rocciosa (opera di Claude-Louis Châtelet).

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